Rapporti lavorativi

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    diego sabre ♥

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    Ciao a tutti, apro questo topic perché sono mesi che accuso una situazione lavorativa molto difficile, che mi ha spesso abbattuta, scoraggiata e ferita.
    Recentemente ne sono uscita, ma non l'ho completamente risolta. Chiedo a voi come posso affrontare questa situazione raccontandovi come sono andate le cose.

    Il 2 marzo 2020 inizio a lavorare in un'azienda a 40km da casa mia. Il manager è mia cugina da parte di papà e lei e il datore di lavoro mi hanno assunta perché cercavano una persona laureata da mettere in ufficio e seguire determinate pratiche, quali inserimento dati, gestione degli ordini, gestione delle vendite e degli acquisti e gestione della pianificazione. Iniziai bella felice e il clima era ottimo; oltre a me e al manager c'è un altro ragazzo poco più che vent'enne. A metà marzo, dopo sole due settimane, i miei colleghi iniziano con lo smart working, con la conseguenza che rimango in ufficio da sola con il datore di lavoro e a sbrigare pratiche che non mi competono. Sostanzialmente mi dovevo arrangiare in tutto e dovevo anche rispondere al telefono e parlare con gente che nemmeno sapevo di che cosa mi stesse parlando, con conseguente problema che non sapevo riferire appieno al datore di lavoro le informazioni e le richieste appena ascoltate. Il manager, che mi fa anche da tutor, mi spiegava le cose via telefono. In qualche modo facevo, ma il rischio di sbagliare era elevato. Avendo i colleghi che lavoravano da casa e il datore di lavoro super indaffarato, non capivo A) cosa stessi facendo; B) cosa stesse succedendo; C) tutte le problematiche e gli accordi presi; D) chi ci fosse dall'altra parte della cornetta e che cosa volesse esattamente. È stato un periodo brutto, che mi scoraggiò parecchio, anche perché in produzione si lamentavano per come gestivo le cose e il cliente si lamentava col mio datore di lavoro dicendo che non ero competente in quello che facevo.

    Fortunatamente a maggio tornano i miei colleghi. Il clima lavorativo è ancora buono, io sono molto più rilassata e, finalmente, posso riprendere ad imparare ed esser seguita. A giugno il manager/tutor si prende 2 settimane di ferie e mi lascia in ufficio con il ragazzo, che in qualche modo mi seguiva. Mi insegnò qualcosa, ma ero ancora troppo inesperta per fare le cose con velocità e precisione. Torna il manager/tutor e sta a casa il ragazzo, stavolta per 3 settimane. Le cose vanno bene e riesco anche ad apprendere cose nuove; iniziano a darmi fiducia sul lavoro e a lasciarmi a fare le cose in autonomia. Se sbagliavo venivo ripresa, ma in maniera garbata ed umana.
    A luglio il manager/tutor si prende incinta e per un problema di comunicazione litiga con il cliente. Inizia così un periodo in cui dovevo prendere le telefonate ed inventarmi delle scuse per non passare la chiamata al mio superiore; il cliente però si spazientiva e mi urlava dietro, perché voleva risolvere la questione. Il manager e il cliente si facevano i dispetti a vicenda, lei non rispondeva alle email e non prendeva le chiamate, ma affidava tale compito a me e al ragazzo. Periodo da dimenticare, anche perché il clima lavorativo era terribile e mi prendevo le parole perché sosteneva che le mie scuse non erano credibili e complicavano solo la situazione.
    Da metà agosto a metà settembre il manager/tutor sta a casa perché, nel frattempo, si sposa e va in viaggio di nozze; a metà settembre ritorna in ufficio più stressata che mai, perché il litigio con il cliente non è ancora stato pienamente risolto e succedono altre cose che la stressano (non posso dirlo qui, ma sono questioni abbastanza gravi e serie, roba che si va da avvocati). Inizia un altro periodo terribile dove si lavorava in completo silenzio e con la costante paura di sbagliare. Il litigio con il cliente si risolve, ma non la questione degli avvocati. Il datore di lavoro è stressato, il manager pure, il ragazzo deve lavorare il doppio ed io mi devo arrangiare in tutto.

    A novembre il manager/tutor decide di stare a casa, causa gravidanza che le causa nausea e vomito. Riprende lo smart working ed è qui che iniziano i guai seri: inizia a controllare tutto quello che faccio senza darmi un minimo di tregua e di fiducia; inizia anche ad insultarmi (anche pesantemente), a sminuirmi e a prendermi in giro. Non accetta che le faccia domande e non accetta nemmeno che la chiami per chiederle dei consigli su come fare un determinato lavoro, semplicemente mi diceva di leggere gli appunti e di proseguire con quello che dovevo fare. L'unico modo che avevo per rimanere in contatto con lei era una chat via computer; quando le facevo le domande mi diceva che dovevo ragionare e solo dopo farle le domande, ma nemmeno questo serviva, perché era troppo impegnata a fare il suo lavoro e a seguire l'altro ragazzo (che, tra parentesi, il ragazzo lavora in azienda già da 3 anni!!). Lei ad il ragazzo si sentono tutti i giorni per almeno 3-4h via skype con il volume al massimo (del tipo, un paio di cuffie no, eh!) e sentivo che il manager/tutor parlava male di me con il ragazzo che sentiva tutto. Quando le scrivevo partivano i: "Che cosa vuole questa, ora?", oppure: "Ma non ha capito un cazzo! Perché deve rompere le palle?", e ancora: "Beh, io a questa qui che mi fa domande del cazzo non rispondo!". Mi scriveva in chat offese oppure rispondeva in maniera sgarbata e frettolosa. Avevo il morale a terra e pensavo veramente di licenziarmi.
    Una sera, dopo il lavoro, chiamo il manager/tutor dicendole che volevo licenziarmi e che non riuscivo a lavorare bene; le dissi che volevo essere seguita e che avevo bisogno di farle delle domande per apprendere. Successe un paio di volte che ci sentimmo per telefono, ed in entrambe le volte il manager/tutor/cugina mi risollevò il morale dicendomi: "Sono severa con te perché ti voglio rendere indipendente e forte; sai ragionare e sei intelligente, quindi non ti arrendere al primo ostacolo, ma prosegui. Le cose che ti ho insegnato le fai bene, quindi stai tranquilla che ora hai più padronanza del lavoro che svolgi". Parole confortanti che mi davano la giusta carica per proseguire. Peccato però che dopo un paio di giorni tutto tornava come prima: insulti, cattiverie di ogni tipo, mi isolava e mi ignorava, si lamentava con il datore di lavoro e questi scendeva e mi faceva altre osservazioni.

    Nuovamente K.O. e con il morale, l'autostima e la voglia di vivere sotto le scarpe.
    Tornavo a casa che urlavo e piangevo, non mangiavo e non dormivo; andavo al lavoro con l'ansia e mi bloccavo anche di fronte a sciocchezze. Altri insulti, altre cattiverie e l'ansia, la disperazione e il senso di inadeguatezza che mi tormentavano 24H/7. Provai a riparlare con il manager/tutor ma stavolta questi era stanco di sentirmi chiedere perdono e di sentirmi piangere al di là della cornetta. Mi diceva: "Delle tue scuse non me ne faccio nulla, combini casini e sono stanca che tu mi chiami per queste cose". Demolita, schiacciata, offesa.

    A metà dicembre, prima delle vacanze natalizie, il datore di lavoro mi si avvicina, come una mamma fa con il proprio bimbo, e mi chiede come sto. Non rispondo, ho quasi le lacrime agli occhi. Lei continua: "Sono mesi che ti vedo giù di morale, che cos'hai? Mi viene riferito che tu lavori bene, che le cose le sai fare. Quindi perché sei così?". Sì, lavoro bene, perché le cose che faccio ormai le conosco e ci ho preso la mano, ma il manager/tutor, nonostante tutto, continua a demolirmi, ad accantonarmi, a non seguirmi e a prendersi gioco di me. Ma non glielo dissi. Mi limitai solo al: "Prendo parole per le cose che faccio, magari devo stare più attenta io". Trascorro le vacanze natalizie più o meno bene e il 4 gennaio riprendo a lavorare.

    Gennaio 2021: il manager/tutor riprende a comportarsi come ha sempre fatto, quindi di merda. Offese, frecciatine, sminuimenti, lei che si fa beffe di me sputandomi merda addosso mentre è in chiamata skype con il ragazzo. Il ragazzo, fortunatamente, con me è sempre stato molto gentile e se gli chiedevo di aiutarmi mi ha sempre dato una mano e spiegato dove stava l'errore in maniera educata. Lei no. Tutto il contrario e se veniva a scoprire che avevo chiesto qualcosa a lui erano insulti su insulti, perché secondo lei non dovevo disturbarlo.

    Altra crisi di nervi; stavolta penso veramente di licenziarmi.

    Mercoledì 13 gennaio 2021. Essendo il tutor mia cugina (purtroppo!), e prima di andare dal datore di lavoro a dare le dimissioni, le scrivo su whatsapp chiedendole di parlare a tu per tu: volevo dirle che ero stanca di essere trattata in questo modo, che ero stanca di essere il suo zerbino e che doveva smetterla di mancarmi di rispetto. Lei non accetta di incontrarmi e non risponde alla mia domanda, mi scrive solo: "Io l'opportunità di lavorare te l'ho data; se ti vuoi licenziare sono scelte tue. Io ho la coscienza apposto. Buona fortuna". Del tipo, ne devi avere di coraggio, di sfacciataggine e di ego per scrivermi una cosa del genere! Ma poco importa, sono arrivata al limite e le mie condizioni psichiche rischiano la depressione cronica. Dopo la pausa pranzo, quindi alle 13:30, riprendo a lavorare e il datore di lavoro mi si avvicina nuovamente chiedendomi come stessi. Le chiedo se posso parlarle in privato nel suo ufficio e lei accetta. Saliamo, chiude la porta e mi fa accomodare. Le racconto tutto per filo e per segno, non mancando di sottolineare come mi avesse trattata e cosa mi avesse detto da quasi tre mesi. Le dissi anche che davo le dimissioni, perché in quelle condizioni non riuscivo a lavorare, sebbene ciò che mi spetta lo svolgo nel miglior dei modi.
    Il datore di lavoro (non scherzo!) batte il pugno sul tavolo, cosa che mi fa sussultare, e mi dice, seria: "E hai aspettato tutto questo tempo per dirmelo? Dovevi parlare, e dovevi farlo subito! Non accetto comportamenti simili da parte sua e non tollero che ci sia questo clima all'interno della mia azienda. Tu, per licenziarti, cara mia, devi passare sul mio cadavere! Sei importante per l'azienda e il tuo lavoro è fondamentale, lavori bene e ne sono felice. Non voglio che per colpa di un abuso di potere da parte di [inserire nome del manager] tu lasci il lavoro, non se ne parla proprio!".

    Il manager ora non è più il mio tutor e non mi segue (come se in passato lo avesse fatto....), non mi scrive via chat, non mi interpella e mi sta lasciando in pace. Questo perché il datore di lavoro le ha fatto una bella ramanzina e le ha espressamente vietato di trattarmi male e di ficcare il naso in quello che faccio. A farmi da tutor ci sono sia il ragazzo che il datore di lavoro stessa; quest'ultima sta anche iniziando ad interpellarmi per chiedere che cosa ne penso su questioni importanti, dandomi la possibilità di esprimermi e di prendere decisioni (anche delicate) assieme a lei. Ora mia cugina (il manager) mi sta togliendo da tutti i social (facebook ed instagram) mentre sullo stato di whatsapp condivide le frasi prefatte lanciandomi ancora frecciatine per lo scorno che le ho fatto. Perché, purtroppo, lei pensa di essere dalla parte della ragione e che io, andando a parlare con il datore di lavoro, l'abbia pugnalata alle spalle. Ora fa l'offesa e cerca in tutti i modi di farmi sentire in colpa.

    Giovedì e venerdì ho lavorato divinamente, senza ansia e senza intoppi; senza preoccupazioni e, anzi, aiutando anche il ragazzo che aveva troppo lavoro da fare. Mi sento molto meglio, ma temo che la questione non si risolverà a breve. Il mio timore, infatti, è che quando il manager tornerà in ufficio (fra 1 anno circa, partorirà ad aprile), me le faccia passare di tutti i colori per quello che è successo. Io ho vinto, ma è una vittoria a breve termine, perché la questione è ancora aperta. Se ora sto bene, fra 1 anno il problema potrebbe ripresentarsi.

    Quello che vi chiedo è: come posso risolvere con mia cugina? Come posso farle capire che non ho agito per ferirla, ma solo perché stavo male e volevo farglielo capire? Come posso riappacificarmi con lei? Come posso assicurarmi che al suo rientro non ci saranno altre situazioni simili e spiacevoli?

    Grazie e scusate lo sfogo, ma ho davvero bisogno di consigli. Grazie a tutti in anticipo.
     
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    Scusa se te lo dico ma ti fai dei problemi per me assurdi. Una persona che mi tratta di merda come hai raccontato tu deve ringraziare che non la meno, altro che cercare di ricucire i rapporti. Anche perché se ti tratta cosi non ha a cuore la tua persona, direi che le sei indifferente se non addirittura le stai sul cazzo. Quello che posso dirti è non cercarla, non parlarle, e quando tornerà alla prima che ti farà agisci subito, parlandone con la capa e rispondendo per le rime. Insomma combatti alla pari e non ti sottomettere. Mai! Scusa se te lo chiedo poi ma che lavoro fai che dopo un anno fai ancora errori e devi capire come funzionano le cose? Ormai saprai come funziona l'azienda no?
     
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    Devo dire che leggendo tutto il tuo racconto, mi è venuto un mix tra incazzo e disgusto. Questo perché mi sono un pò rivisto in questa storia, ho provato una situazione simile anche io. Anche se forse non come la tua, che mi sembra decisamente più grave di quello che ho passato io. (Tra l'altro pure io in un azienda, anche se "ai livelli bassi")
    In primis mi dispiace davvero, so cosa si prova a sentirsi insicuri e ad affrontare certe merde. (Con tutto il rispetto perché non conosco la persona da te descritta, parlo in generale)
    Comunque in linea di massima sono del parere di unclemonty. Si può pure trovare un punto d'incontro, la soluzione migliore è sempre andare d'accordo ma se quando ritorna continua ancora (persino con le frecciatine sui social, cazzo maturità zero) semplicemente l'affronti e la smerdi in pubblico. Non c'è altro da fare, non puoi sopportare ancora. Ok chiudere un occhio le prime volte ma poi basta. La cosa buonissima è che almeno il datore di lavoro è della tua parte per ora. Ci sono anche quelli infami che ti mandano a cagare.
    Che dire, poi facci sapere se vorrai, perché davvero storie del genere sono inaudite.
     
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    CITAZIONE (unclemonty @ 16/1/2021, 17:30) 
    Scusa se te lo chiedo poi ma che lavoro fai che dopo un anno fai ancora errori e devi capire come funzionano le cose? Ormai saprai come funziona l'azienda no?

    Per ora il mio lavoro consiste nell'inserimento dati, invio di certificati materiali, solleciti ai fornitori, inserimento documenti di acquisto e di vendita, stampe e gestione degli ordini del cliente, inserimento delle conferme d'ordine, controllo delle vendite e gestione della produzione (sostanzialmente dico agli operai che cosa fare e in quali tempistiche). Queste sono le cose che in un anno mi sono state insegnate e che svolgo molto bene. Gli errori sulle cose insegnatomi capitano solamente quando ho un momento di distrazione, ma sono rare.

    Gli errori che accadono più frequentemente, invece, sono legate a mansioni di cui so poco nulla e che mi vengono affidate per mancanza di personale in ufficio.
    Fortunatamente stanno smettendo di darmi cose che non so senza prima spiegarmele, quindi si sta abbassando il margine di errore.

    So più o meno come funziona l'azienda. Lavoro nel settore metalmeccanico, ma di questo non mi è stata data nessuna infarinatura. Io so che ci sono assemblati e componenti e prodotti finiti che acquistiamo/vendiamo dai/ai fornitori/clienti, ma non so fisicamente come questi vengano lavorati e che aspetto hanno esattamente. Mi dissero che mi avrebbero spiegato qualcosa di metalmeccanica, ma non l'hanno ancora fatto.

    CITAZIONE (unclemonty @ 16/1/2021, 17:30) 
    Scusa se te lo dico ma ti fai dei problemi per me assurdi. Una persona che mi tratta di merda come hai raccontato tu deve ringraziare che non la meno, altro che cercare di ricucire i rapporti. Anche perché se ti tratta cosi non ha a cuore la tua persona, direi che le sei indifferente se non addirittura le stai sul cazzo. Quello che posso dirti è non cercarla, non parlarle, e quando tornerà alla prima che ti farà agisci subito, parlandone con la capa e rispondendo per le rime. Insomma combatti alla pari e non ti sottomettere. Mai!

    Quello che non mi capacito è il perché degli insulti nonostante fosse lei stessa (il manager) a riconoscere che lavoravo bene.
    Mi diceva che voleva che rispettassi le sue tempistiche, ma il problema è che con tutti gli imprevisti che accadono quotidianamente, le tempistiche non sono sempre le stesse ed è dunque impossibile avere degli orari prestabiliti e sempre uguali. È un lavoro molto dinamico e cambia di ora in ora, e di minuto in minuto. Se sapeva che le cose che mi hanno insegnato le sapevo gestire, anche se non rispettavo le sue tempistiche, che motivo aveva di farmelo presente in malo modo?

    CITAZIONE (secrom98 @ 16/1/2021, 17:55) 
    Devo dire che leggendo tutto il tuo racconto, mi è venuto un mix tra incazzo e disgusto. Questo perché mi sono un pò rivisto in questa storia, ho provato una situazione simile anche io. Anche se forse non come la tua, che mi sembra decisamente più grave di quello che ho passato io. (Tra l'altro pure io in un azienda, anche se "ai livelli bassi")
    In primis mi dispiace davvero, so cosa si prova a sentirsi insicuri e ad affrontare certe merde. (Con tutto il rispetto perché non conosco la persona da te descritta, parlo in generale)
    Comunque in linea di massima sono del parere di unclemonty. Si può pure trovare un punto d'incontro, la soluzione migliore è sempre andare d'accordo ma se quando ritorna continua ancora (persino con le frecciatine sui social, cazzo maturità zero) semplicemente l'affronti e la smerdi in pubblico. Non c'è altro da fare, non puoi sopportare ancora. Ok chiudere un occhio le prime volte ma poi basta. La cosa buonissima è che almeno il datore di lavoro è della tua parte per ora. Ci sono anche quelli infami che ti mandano a cagare.
    Che dire, poi facci sapere se vorrai, perché davvero storie del genere sono inaudite.

    Grazie secrom per i consigli (e grazie anche a zio monty!) :)
    Mamma mia, anche te hai vissuto un'esperienza simile? Mi dispiace davvero, spero che ora si sia risolto.

    Per via delle relazioni: forse sarò ingenua o debole io, ma abbassarmi ai livelli di certe persone insultando ed alzando la voce, non è nel mio stile. Sono più propensa al dialogo e al raggiungimento di un compromesso pacifico. Ecco perché vorrei provare a parlare col manager, fra qualche settimana. Il timore è che se non raggiungo il mio obiettivo sarò nella cacca. Ignorare e far finta di niente, oppure alzare la voce sono cose che non so fare. L'unica sarebbe quella di riferire al capo, quello sì.
     
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    Ma figurati, mi fa piacere!
    Comunque sì, era un pochino diversa dalla tua ma comunque brutta.
    Capisco bene il fatto di non riuscire a insultare, fare piazzate eccetera, non è nemmeno nel mio stile, pure io cerco sempre di andare d'accordo se si può.
    Comunque sì, se la cosa si ripete ne parli di nuovo col tuo capo assolutamente. E se ti fa piazzate davanti a lui, le rispondi a tono, non farti schiacciare :zizi:

    Riguardo al problema in generale, ma non è che c'entra il fatto che sia tua cugina? Non so la tua situazione ma in genere i rapporti tra parenti sono spesso pieni di invidia nascosta, vipere che sputano veleno eccetera (non TUTTI, ma spesso sì).
    Magari lei ti ha proposto la cosa perché sul momento servivi ma poi ha iniziato a sputare veleno.
    Che rapporti avevi con questa prima del lavoro, se posso chiedere?

    Comunque sta cosa mi ha fatto ancora più convincere che mai essere coinvolti in roba legata a tuoi parenti. Meglio dove non ti conosce nessuno. Questa non è una garanzia ovviamente, può capitare lo stesso, però sai come si dice, parenti serpenti :ahsi:
     
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    Non vorrei offendere nessuno, ma sarò decisamente caustico: la tua manager/tutor/cugina mi sembra una grande stronza :lol: .

    Cercare la ricomposizione è sempre la cosa migliore, ma quando ci sono i presupposti per farlo, e solitamente i presupposti coincidono con la buona fede e la volontà di entrambe le parti, almeno parziale. In questo caso mi sembra che tua cugina si sia comportata in orrendamente, che ti abbia trattato in maniera assolutamente ingiustificabile se non addirittura illecita (non sono esperto e bisognerebbe capire bene la situazione, ma forse ci sarebbero i presupposti), eppure pensi ancora di avere ragione.
    Anzi, non solo pensa di avere ragione, questo sarebbe perfino comprensibile, ma si comporta tutt'ora da imbecille.

    Capisco bene la paura del cosa possa succedere al suo ritorno, ci mancherebbe, ma non vedo soluzioni possibili se non far passare del tempo. Direi che l'unica sia comportarti normalmente, non osteggiarla né rispondere alle sue frecciatine infantili, perché tanto la situazione potrebbe solo peggiorare, e, sempre nell'ambito del tuo comportamento normale, parlarle francamente di quello che è successo quando se ne presenterà l'occasione.
    Se questo non dovesse funzionare perché lei vorrà che tu ti genufletta, che ti fustighi sulla pubblica piazza, significherà che non può funzionare in nessun modo.

    Alla peggio e se si arrivasse a tanto, ci sarà da stare attenti/raccogliere le prove mobbing. In ogni caso, il tuo datore di lavoro sa bene cosa ha fatto e si fida di te, quindi se al ritorno della stronza di tua cugina tu comincerai ad avere nuovamente problemi (e visto che il datore mi pare si fidi di te), non ci vorrà certo Sherlock Holmes per capire cosa stia succedendo.

    Edited by _Dragon_ - 16/1/2021, 18:59
     
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    Mi dispiace per la brutta situazione, e ti auguro che il trend positivo possa solo migliorare per farti vivere e lavorare serenamente :D

    Detto ciò, mi accodo allo zio monty e credo anche io che tu ti stia facendo problemi inutili di cortesia nei confronti di tua cugina/manager/tutor. Da come la racconti, il tuo comportamento è sempre stato umanamente ineccepibile e professionalmente volenteroso. Lei, dal canto suo, non merita grossa considerazione né tantomeno che tu ti struggi per rivitalizzare il rapporto.
    Anzi, grandi complimenti per essere andata a parlare con un superiore, cosa non sempre facile. E mi sembra che le sue parole dicano tutto ;)

    In bocca al lupo!
     
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    CITAZIONE (secrom98 @ 16/1/2021, 18:21) 
    Comunque sì, se la cosa si ripete ne parli di nuovo col tuo capo assolutamente. E se ti fa piazzate davanti a lui, le rispondi a tono, non farti schiacciare :zizi:

    Ne faccio tesoro, grazie ancora!

    CITAZIONE (secrom98 @ 16/1/2021, 18:21) 
    Riguardo al problema in generale, ma non è che c'entra il fatto che sia tua cugina? Non so la tua situazione ma in genere i rapporti tra parenti sono spesso pieni di invidia nascosta, vipere che sputano veleno eccetera (non TUTTI, ma spesso sì).
    Magari lei ti ha proposto la cosa perché sul momento servivi ma poi ha iniziato a sputare veleno.
    Che rapporti avevi con questa prima del lavoro, se posso chiedere?

    Allora, io e mia cugina abbiamo 9 anni di differenza (lei, come si può intuire, è più grande di me) e fino a quando non ho iniziato a lavorare con lei praticamente non ci siamo mai cercate. Sostanzialmente ci vedevamo sì o no una volta all'anno, spesso nemmeno quello. Ma non perché io abbia problemi in famiglia, ma perché lei essendo più grande usciva con le sue amiche e il moroso, quindi era fuori casa quando andavo a trovare gli zii. Abbiamo iniziato a conoscerci veramente solo dallo scorso anno, ma sin da subito ho notato che abbiamo caratteri diametralmente opposti: lei apparentemente più solare e che le piace uscire a divertirsi, io più introverso, calmo e fedele alla cerchia ristretta di amici che ho; a lei sono sconosciuti gli anime/manga, i giochi di ruolo, i videogames e i libri, è più da "persona social", tipo discoteca, locali un po' "inn" e ricercati; quando parla punta sui vestiti, le mode e gente che fa figli. A me di 'sta roba frega poco un c*zzo.

    CITAZIONE (_Dragon_ @ 16/1/2021, 18:40) 
    Non vorrei offendere nessuno, ma sarò decisamente caustico: la tua manager/tutor/cugina mi sembra una grande stronza :lol: .

    Cercare la ricomposizione è sempre la cosa migliore, ma quando ci sono i presupposti per farlo, e solitamente i presupposti coincidono con la buona fede e la volontà di entrambe le parti, almeno parziale. In questo caso mi sembra che tua cugina si sia comportata in orrendamente, che ti abbia trattato in maniera assolutamente ingiustificabile se non addirittura illecita (non sono esperto e bisognerebbe capire bene la situazione, ma forse ci sarebbero i presupposti), eppure pensi ancora di avere ragione.
    Anzi, non solo pensa di avere ragione, questo sarebbe perfino comprensibile, ma si comporta tutt'ora da imbecille.

    Capisco bene la paura del cosa possa succedere al suo ritorno, ci mancherebbe, ma non vedo soluzioni possibili se non far passare del tempo. Direi che l'unica sia comportarti normalmente, non osteggiarla né rispondere alle sue frecciatine infantili, perché tanto la situazione potrebbe solo peggiorare, e, sempre nell'ambito del tuo comportamento normale, parlarle francamente di quello che è successo quando se ne presenterà l'occasione.
    Se questo non dovesse funzionare perché lei vorrà che tu ti genufletta, che ti fustighi sulla pubblica piazza, significherà che non può funzionare in nessun modo.

    Alla peggio e se si arrivasse a tanto, ci sarà da stare attenti/raccogliere le prove mobbing. In ogni caso, il tuo datore di lavoro sa bene cosa ha fatto e si fida di te, quindi se al ritorno della stronza di tua cugina tu comincerai ad avere nuovamente problemi (e visto che il datore mi pare si fidi di te), non ci vorrà certo Sherlock Holmes per capire cosa stia succedendo.

    LOL, vai tranquillo. Chiamala pure in quel modo; io ormai ho esaurito gli insulti.
    Sì, penso anch'io che debba far passare del tempo prima di affrontare nuovamente il discorso, anche perché ora, come hai ben suggerito tu, rischierei solo di aggravare la situazione. Sarà difficile, perché in testa mi ronza sempre l'idea di riappacificare (penso di essere troppo buona, o semplicemente sciocca ed infantile. Boh) e spero sempre che la cosa accada il prima possibile. Non mi fustigherò in piazza, anche perché sono dalla parte della ragione, tuttavia cercherò di arrivare ad un compromesso, qualora mia cugina sia aperta al dialogo e mi dia modo di esprimermi.

    Grazie mille per l'aiuto!

    CITAZIONE (leonearmato @ 16/1/2021, 19:59) 
    Mi dispiace per la brutta situazione, e ti auguro che il trend positivo possa solo migliorare per farti vivere e lavorare serenamente :D

    Detto ciò, mi accodo allo zio monty e credo anche io che tu ti stia facendo problemi inutili di cortesia nei confronti di tua cugina/manager/tutor. Da come la racconti, il tuo comportamento è sempre stato umanamente ineccepibile e professionalmente volenteroso. Lei, dal canto suo, non merita grossa considerazione né tantomeno che tu ti struggi per rivitalizzare il rapporto.
    Anzi, grandi complimenti per essere andata a parlare con un superiore, cosa non sempre facile. E mi sembra che le sue parole dicano tutto ;)

    In bocca al lupo!

    Crepi il lupo! XD
    Devo ficcarmi in testa che essere troppo buoni, delle volte, è contro producente. È più forte di me. Io mi sono sempre comportata bene, non ho mai offeso nessuno e in ufficio, a parte qualche volta che si scherza e si cazzeggia un po', sono sempre seria e abbastanza silenziosa. Non parlo molto, a dire il vero; il ragazzo mi ha detto più volte che sono abbastanza fredda e distaccata, ma penso sia il mio carattere. Cioè l'ufficio non è il parco giochi. Si deve lavorare e non far cagnara. Ok durante la pausa, ma per il resto del tempo cerco di essere più professionale possibile.

    Per quanto riguarda il colloquio con il datore di lavoro: sì, ammetto che all'inizio avevo abbastanza paura, ma poi ho affrontato la situazione. Queste cose le sanno anche i miei genitori e sono stati proprio loro a sollecitarmi più e più volte di parlare e raccontare tutto. Mi dicono che mollare il lavoro per colpa di una persona simile è sciocco, perché se io non ho colpe è anche vero che non ha senso che sia io quella a licenziarsi. Con il dialogo ed il confronto si raggiungono dei compromessi e, poi, si agisce di conseguenza.

    Grazie anche a te per gli ottimi consigli. Grazie a tutti, davvero! :blush:
     
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    CITAZIONE (Aiko93 @ 17/1/2021, 01:32) 
    Allora, io e mia cugina abbiamo 9 anni di differenza (lei, come si può intuire, è più grande di me) e fino a quando non ho iniziato a lavorare con lei praticamente non ci siamo mai cercate. Sostanzialmente ci vedevamo sì o no una volta all'anno, spesso nemmeno quello. Ma non perché io abbia problemi in famiglia, ma perché lei essendo più grande usciva con le sue amiche e il moroso, quindi era fuori casa quando andavo a trovare gli zii. Abbiamo iniziato a conoscerci veramente solo dallo scorso anno, ma sin da subito ho notato che abbiamo caratteri diametralmente opposti: lei apparentemente più solare e che le piace uscire a divertirsi, io più introverso, calmo e fedele alla cerchia ristretta di amici che ho; a lei sono sconosciuti gli anime/manga, i giochi di ruolo, i videogames e i libri, è più da "persona social", tipo discoteca, locali un po' "inn" e ricercati; quando parla punta sui vestiti, le mode e gente che fa figli. A me di 'sta roba frega poco un c*zzo.

    Quindi è come pensavo io. È una di quei classici parenti che non vedi mai, che ci si becca massimo una volta all'anno, si fa finta di andare d'accordo e poi dietro ti dicono le peggio cose e provano invidia se tu raggiungi qualche traguardo. Parenti serpenti, come ho detto prima :asd:
    Bisogna sempre stare attenti con sta gente. Poi certo, ormai ci sei e a quanto ho capito, se indirizzata bene e con la giusta atmosfera, ti piace pure.
    Quindi daje tutta e non darle la soddisfazione di licenziarti :zizi:

    Posso dire solo una cosa? Che pena quando hai scritto che al telefono ti ha detto che era severa con te per spronarti eccetera. Classico discorso delle persone di merda con un caratteraccio che si giustificano con "eh ma io sono fatto così, è il mio carattere, lo dico solo per il tuo bene". Persone che approfittano di sta cosa di "essere fatti così" per fare e dire tutto ciò che vogliono. Conosco bene sta gente :sick: da quanto ho potuto capire, probabilmente gli serviva aiuto, non sapeva che pesci pigliare e ha chiesto a te, facendo "l'amica". Poi dopo che ci sei rimasta un pò la maschera è calata. Fanno sempre così, inizialmente tutti bravi/e e gentili e poi dopo un pó si rivelano. Specialmente se vedono che sei una persona troppo buona. Purtroppo lo so bene :asd:
    Buona fortuna comunque, spero davvero che la cosa si risolva :)
     
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    CITAZIONE (secrom98 @ 17/1/2021, 01:47) 
    Quindi è come pensavo io. È una di quei classici parenti che non vedi mai, che ci si becca massimo una volta all'anno, si fa finta di andare d'accordo e poi dietro ti dicono le peggio cose e provano invidia se tu raggiungi qualche traguardo. Parenti serpenti, come ho detto prima :asd:
    Bisogna sempre stare attenti con sta gente. Poi certo, ormai ci sei e a quanto ho capito, se indirizzata bene e con la giusta atmosfera, ti piace pure.
    Quindi daje tutta e non darle la soddisfazione di licenziarti :zizi:

    Ma perché, poi. Cioè, invidia per cosa? Lei è manager, io sono la penultima entrata; non capisco davvero che invidia dovrebbe provare nei miei confronti. Prende 3 volte tanto il mio stipendio e con tutti i soldi che ha accumulato potrebbe comprarsi uno yacht. A volte rimango veramente basita da come ragiona la gente; l'unica cosa che mi viene in mente è che abbia seri problemi di autostima e che quindi, con la violenza verbale, cerchi di imporre la sua "superiorità" per sentirsi appagata.
    Il mio datore di lavoro mi ha confessato che in produzione non la sopportano e ora che sta lavorando da casa stan facendo baldoria, da quanto son felici. Io non so se questo sia vero, perché non parlano mai di mia cugina (non sanno che siam parenti, ma penso temano che io possa riferir cose ai piani superiori), però boh, mi viene veramente da pensare che sia proprio lei che si comporta così con tutti, tranne che con il ragazzo che sta in ufficio con me. Guarda, non so che pensare, sul serio.

    CITAZIONE (secrom98 @ 17/1/2021, 01:47) 
    Posso dire solo una cosa? Che pena quando hai scritto che al telefono ti ha detto che era severa con te per spronarti eccetera. Classico discorso delle persone di merda con un caratteraccio che si giustificano con "eh ma io sono fatto così, è il mio carattere, lo dico solo per il tuo bene". Persone che approfittano di sta cosa di "essere fatti così" per fare e dire tutto ciò che vogliono. Conosco bene sta gente :sick: da quanto ho potuto capire, probabilmente gli serviva aiuto, non sapeva che pesci pigliare e ha chiesto a te, facendo "l'amica". Poi dopo che ci sei rimasta un pò la maschera è calata. Fanno sempre così, inizialmente tutti bravi/e e gentili e poi dopo un pó si rivelano. Specialmente se vedono che sei una persona troppo buona. Purtroppo lo so bene :asd:
    Buona fortuna comunque, spero davvero che la cosa si risolva :)

    Non ci avevo pensato al fatto che la severità fosse una scusa per mascherare un carattere difficile. Curioso, ci ragiono un po' su. =/
    Sì, lei cercava qualcuno/a che potesse aiutare il ragazzo in ufficio, perché voleva metter su famiglia e sposarsi. Ha 36 anni e non è ancora diventata mamma, penso abbia avuto fretta di prendersi incinta. Capisco tutto, anche perché sono 16 anni che lavora lì (magari ne ha anche le palle piene), però non giustifico il suo comportamento. Come ha scritto qualcuno, trovo che si sia comportata da sciocca e da bambina infantile; pensava veramente che sarei rimasta zitta in eterno subendo le sue cattiverie?
     
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    Purtroppo la cattiveria di certa gente non ha spiegazione logica. E si, molti pensano davvero di poter fare in eterno quello che vogliono. E poi quando ti incazzi, si incazzano perché ti sei incazzato. Mitici proprio :asd:
    L'importante è non farsi guastare l'umore e anche la vita da sta gente e reagire se proprio serve :ok1:
     
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    perchè tutti siamo un po' scimmia!!!

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    UUhm... ok, parlerò senza peli sulla lingua quindi rischierò di urtare la tua sensibilità, tanto ho già fatto incazzare una ragazza del forum quindi ci sono abituato :asd:

    Con tutta franchezza, è difficile esprimere un consiglio senza sentire anche l'altra campana, comunque dalla descrizione che hai dato mi sento di condividere il tratto psicologico delineato da secrom.
    È una persona sicuramente con tanti cazzi nella testa, che deve affrontare la gravidanza in un momento difficile e con problemi di natura legale. È nervosa abbestia, e qui ci siamo.
    Ha un carattere rampante, frivolo e con un certo senso pratico, e completamente opposto al tuo che, conoscendoti anche di voce e quindi potendoti inquadrare meglio, sei una persona sensibile, letterata, idealista, un po' insicura, che si chiude a guscio con l'esterno sembrando al contrario "fredda". Insomma, un po' nerd :lol:
    Sei appena arrivata, quindi per forza di cose c'è da spendere del tempo per formarti.
    Un altro fattore che noto, lei è nel periodo delicato della gestazione mentre tu mi dai l'idea di non avere il minimo senso di maternità :lol:
    Infine, sei sua cugina: se te sbagli, è come se lei sbagliasse e vuole dimostrare a tutti I costi la tua capacità (che tu sia perfetta) e fugare che tu non sia una "raccomandata" e non portarti su un palmo di mano solo perché è tua parente .
    Unisci tutti questi aspetti e viene fuori una totale incomprensione caratteriale, e il risultato è una tensione tra due estremi: lei da una parte ci tiene a te ma dall'altro le stai un po' sul cazzo, e tutto si traduce, col fatto che giustamente le cose non le sai e quindi puoi sbagliare, che diventi la valvola di sfogo di tutto il suo periodo di merda.

    Ora, detto proprio schietto:
    Mi sembra un ambiente tossico e, ad averne la possibilità, me ne andrei il prima possibile.

    Se invece miri a restare, puoi scegliere tra due estremi:

    - sii più accomodante con tua cugina: come detto è un suo modo deviato di spronarti, se tu riesci ad entrare più in sintonia con lei (lei vive per la maternità mentre tu mi dai l'idea della tipa che schifa I bambini :lol: ) puoi distendere I rapporti e capire quello che lei prova.

    - ignorala e prosegui per la tua strada. Se continua, quando torna, dimostrale di essere diventata capace e stimata nell'ambiente lavorativo e non aver bisogno di lei. E se continua, ricordati che c'è anche il sindacato
     
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    CITAZIONE (ScimmiadiMare @ 17/1/2021, 13:20) 
    UUhm... ok, parlerò senza peli sulla lingua quindi rischierò di urtare la tua sensibilità, tanto ho già fatto incazzare una ragazza del forum quindi ci sono abituato :asd:

    Con tutta franchezza, è difficile esprimere un consiglio senza sentire anche l'altra campana, comunque dalla descrizione che hai dato mi sento di condividere il tratto psicologico delineato da secrom.
    È una persona sicuramente con tanti cazzi nella testa, che deve affrontare la gravidanza in un momento difficile e con problemi di natura legale. È nervosa abbestia, e qui ci siamo.
    Ha un carattere rampante, frivolo e con un certo senso pratico, e completamente opposto al tuo che, conoscendoti anche di voce e quindi potendoti inquadrare meglio, sei una persona sensibile, letterata, idealista, un po' insicura, che si chiude a guscio con l'esterno sembrando al contrario "fredda". Insomma, un po' nerd :lol:
    Sei appena arrivata, quindi per forza di cose c'è da spendere del tempo per formarti.
    Un altro fattore che noto, lei è nel periodo delicato della gestazione mentre tu mi dai l'idea di non avere il minimo senso di maternità :lol:
    Infine, sei sua cugina: se te sbagli, è come se lei sbagliasse e vuole dimostrare a tutti I costi la tua capacità (che tu sia perfetta) e fugare che tu non sia una "raccomandata" e non portarti su un palmo di mano solo perché è tua parente .
    Unisci tutti questi aspetti e viene fuori una totale incomprensione caratteriale, e il risultato è una tensione tra due estremi: lei da una parte ci tiene a te ma dall'altro le stai un po' sul cazzo, e tutto si traduce, col fatto che giustamente le cose non le sai e quindi puoi sbagliare, che diventi la valvola di sfogo di tutto il suo periodo di merda.

    Vai pure, dì quello che ti senti senza preoccuparti ^^
    Mi piace molto il tuo punto di vista e penso che tu abbia colto il punto. Sono ancora più convinta, ora, che le devo parlare, magari fra un paio di settimane.
    E sì, so perfettamente che ci vuole del tempo per imparare (me l'ha detto anche il datore di lavoro), infatti io per prima non pretendo di essere perfetta e di riuscire subito in tutto, infatti vorrei che le cose che non so o che so poco mi venissero spiegate in maniera umana. Sono sicura di sapere bene quello che ho imparato finora, ora mi manca tutto il resto, che è una lista lunga. La cosa che lamento, e per la quale ho parlato con il superiore, è il modo col quale mi insegna: non trovo giusto essere demolita ed umiliata in pubblica piazza, potrebbe semplicemente farmi notare gli errori in un altro modo. Non voglio non essere giudicata, voglio solo essere trattata bene.
    Poi la gravidanza e tutti i problemi e lo stress lavorativo che deve affrontare sono notevoli, le tolgono energie e di questo ne sono pienamente cosciente. Ma, ancora una volta, non per questo ha il diritto di trattarmi come ha fatto fino a due giorni fa. Se ha dei problemi, ne parliamo e cerchiamo di risolverli.

    Madonna Scimmia, solo dalla voce hai fatto uno screen del mio carattere XD Complimenti!
    PS: Se leggi solo le prime due parole sopra sembra quasi che io stia bestemmiando :asd:

    CITAZIONE (ScimmiadiMare @ 17/1/2021, 13:20) 
    Ora, detto proprio schietto:
    Mi sembra un ambiente tossico e, ad averne la possibilità, me ne andrei il prima possibile.

    Se invece miri a restare, puoi scegliere tra due estremi:

    - sii più accomodante con tua cugina: come detto è un suo modo deviato di spronarti, se tu riesci ad entrare più in sintonia con lei (lei vive per la maternità mentre tu mi dai l'idea della tipa che schifa I bambini :lol: ) puoi distendere I rapporti e capire quello che lei prova.

    - ignorala e prosegui per la tua strada. Se continua, quando torna, dimostrale di essere diventata capace e stimata nell'ambiente lavorativo e non aver bisogno di lei. E se continua, ricordati che c'è anche il sindacato

    Io miro a restare, se possibile.
    E penso di seguire entrambi i punti: cercare di entrare più in sintonia con lei distendendo i rapporti, e di dimostrarle che durante la sua assenza sono migliorata e che anch'io, ora, le posso dare una mano nel caso ne avesse bisogno.

    A me i bambini piacciono, ma non ne voglio fare, perché sono emofobica e l'idea di fare regolarmente dei prelievi mi viene male; poi sì, non ho un briciolo di sentimento materno, ora penso solo a lavorare, viaggiare e divertirti col ragazzo e con gli amici.

    Grazie per la tua franchezza, Scimmia!
     
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    Purtroppo posso solo dire che il mondo del lavoro è peggio della scuola con il problema del bullismo, se non attacchi vieni mangiato. E ovviamente essendo il mondo degli adulti è tutto amplificato.

    Purtroppo non so se sei alla tua prima esperienza lavorativa in un'azienda, ma all'inizio si deve sempre un po' subire.. sia per inesperienza, sia per educazione, umiltà ecc... (nella mia sfera sociale se hai un lavoro devi essere grato e ringraziare il cielo bla bla bla)

    Invece no, se hai un lavoro è perche lo meriti e sei capace, l'esperienza verrà con il tempo e sarai capace anche di gestire le accuse, i soprusi eccetera.

    Ad esempio a me è successa una cosa simile alla tua, nell'ultimo rapporto di lavoro che ho intrapreso, nel nostro ufficio eravamo in 4 compreso il manager/tutor/responsabile che doveva formarci a tutti e 3 (che eravamo nuovi e appena arrivati, prima lavorava solo): un primo anno di inferno, finché non siamo stati autonomi su tutti gli aspetti delle nostre mansioni (ed erano molti) ci faceva pesare ogni minimo errore arrivando anche agli insulti e le minacce di licenziamento, era veramente un clima del terrore.

    La cosa migliore da fare è sempre denunciare la cosa ai superiori, aspettare tutto quel tempo non serve a nulla, purtroppo uno cerca sempre di non farlo per evitare di passare per lo "spione", il "debole", l'irriconoscente verso qualcuno che ti sta insegnando, ecc.
    Ma nel mondo del lavoro e soprattutto in queste situazioni, non esiste etica e rispetto delle posizioni, soprattutto quando ci sono insulti e vessazioni di mezzo, perche il lavoro è solo lavoro alla fine, mentre la vita e le persone hanno e devono sempre avere lo stesso valore.

    Quindi a concludere ti dico che in primis hai fatto bene a dirlo al datore di lavoro, anche se dopo un anno, tanto glielo avresti detto comunque alla fine come causa delle dimissioni, ma a discapito della tua salute mentale.
    Per seconda cosa per risolvere con tua cugina (cosa non necessaria ma se proprio vuoi riappacificarti) devi indagare su di lei in quanto potrebbe avere altri problemi personali fuori e usare il lavoro e i primi malcapitati (te) come valvola di sfogo, succede spesso, anche a noi stessi a volte

    Edited by draKKKo - 18/1/2021, 11:14
     
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    Ho avuto un'esperienza simile alla tua che mi ha fatto capire che essere fragili e deboli nel mondo del lavoro è un lusso.

    In pratica ho fatto l'apprendista idraulico presso una dittarella in cui operavano il capo ed il suo dipendente.
    Io ero messo affianco al dipendente, che dal giorno uno temeva che in un futuro potessi fargli le scarpe, arrivando fin da subito a trattarmi male, lamentandosi che non sapevo il lavoro o a mandarmi senza gli attrezzi del mestiere perché se li nascondeva o li perdeva.
    Aggiungete che era straniero con una parlata alla Duffy Duck e che i termini se li inventava e potete immaginare lo stress che avevo a dover passare messo a fianco ad un elemento del genere.

    Il tempo di iniziare a prendersi la confidenze, ed iniziò a dirmi che aveva dei bei soldoni di arretrato con il capo e che l'attività era ad un passo dal fallimento, mentre il capo tergiversava sulla mia possibile paga (mai detto una parola in riferimento alla somma) e mi chiedeva di fare straordinari, con tutte le spese a carico mio.

    Naturalmente la mia autostima era sotto i piedi, con le relative insicurezze mentali ed economiche, la mia inesperienza e la paura di perdere il lavoro mi stavano portando a passare pure il tempo libero con l'ansia di dover tornare il giorno dopo a ripetere la stessa routine.

    Verso Agosto, con l'assistente che era già partito nel suo paese per farsi le vacanze, ci fu la goccia che fece traboccare il vaso: il capo mi prese per chiedere chiarimenti su di un lavoro che avevamo fatto io ed il suo assistente una settimana prima. In pratica il mio "responsabile" aveva montato male una doccia perché doveva uscire con la moglie, ed al lamentarsi del cliente, aveva dato la colpa a me. Naturalmente tutte le mie spiegazioni valevano zero, visto che si era convinto che stavamo facendo una sorta di doppio gioco alle sue spalle-


    Di lì a breve mi licenziai ( con il capo che disse pure che era dispiaciuto, visto che lavoravo bene), l'ambiente era assolutamente invivibile, e scoprii quanta era la somma del mio stipendio nella prima e unica volta in cui lo presi.


    In definitiva, vedo che la tua manager è una stronza agli occhi di tutti, capo compreso. Probabilmente nel momento in cui riuscirai ad essere sempre più indipendente, lei finirà emarginata o comunque portata ad andarsene dall'azienda. Alla fine io mi sento di consigliarti di proseguire, se il rapporto con i restanti colleghi è positivo ed il lavoro ti piace.
     
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