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Rai
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Barti, da come lo presenti, il problema non è l’appiattimento della cultura, ma semmai le piattaforme di accesso ad essa, che chiaramente puntano al mercato di massa per leggi di business. D’altronde l’internet stesso è una piattaforma aperta e democratica, che si sviluppa ad uso e consumo della maggioranza, benché aperta a tutti. Tutto ciò che si basa su di esso (i.e., ogni cosa) è pertanto destinato a dare maggiore voce ai gusti e alle tendenze della maggioranza, finendo per influenzare e uniformare i gusti delle persone (che in realtà sull’influenzare le persone si potrebbe aprire un capitolo di tecnocrazia capitalista che è meglio lasciar stare vista la deriva complottista del discorso). In ogni caso, è la percezione della cultura ad essere cambiata, non la varietà di essa.
E comunque la mia tesi sui pericoli della cultura in mano alla plebe era più interessante.
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