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Riprendo in mano il topic, perché il grammar Nazi dentro di me non può più far finta di nulla di fronte alle aberrazioni scritte dalla moderna utenza di Internet. Per completa pigrizia (e ricerca di precisione) mi avvarrò del supporto di siti esterni, rivedendo e adeguando il contenuto alle diverse situazioni.
PROPOSIZIONI OGGETTIVE
Nell’analisi del periodo, le proposizioni oggettive sono proposizioni che svolgono, per così dire, la funzione del complemento oggetto. Possono essere introdotte da un verbo, un nome o un aggettivo.
Capisco che vuoi giocare Sono cosciente che tu voglia giocare
Le proposizioni oggettive si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite.
• In forma esplicita sono introdotte dalla congiunzione che e hanno il verbo all'indicativo, al congiuntivo o al condizionale.
Dico che sta bene ["dire" esprime una realtà, perciò richiede l'indicativo] Pensavo che Francesco avesse studiato ["pensare" esprime un'opinione, perciò serve il congiuntivo (in questo caso trapassato, perché concorda con l'imperfetto della proposizione reggente] Credevamo che sareste arrivati domani ["credere" esprime un'eventualità, quindi l'indicativo non va bene; il condizionale passato esprime eventualità futura nel passato]
• In forma implicita presentano il verbo all'infinito e sono introdotte dalla preposizione semplice di, oppure richiedono una reggenza assoluta senza preposizione
Credevo di annegare
N.B. La forma implicita si usa solitamente quando il soggetto dell'oggettiva è lo stesso della proposizione reggente.
Maria crede di riuscirci
L’uso dell’indicativo e del congiuntivo nelle oggettive non rispecchia solo una contrapposizione tra oggettività e soggettività, tipica di questi modi verbali, ma anche una tendenza a un uso più popolare e parlato rispetto a un uso più formale e letterario. È comunque buona norma mantenere uno stile letterario.
ATTENZIONE: la scelta del modo dipende in larga parte dal tipo di verbo reggente:
• reggono il congiuntivo soprattutto i verbi che si riferiscono a un'opinione (credere, pensare, ritenere ecc.), un ordine, una richiesta, una volontà (pregare, chiedere, volere ecc.), un’aspettativa (desiderare, sperare, temere ecc.)
Ritengo che sia giusto così Spero che Carlo abbia ragione
• reggono l'indicativo i verbi che esprimono un giudizio, una sensazione, una percezione (accorgersi, affermare, dichiarare, dire, sentire, sostenere ecc.)
Dichiarò che il caso era chiuso Sostengo che avete torto
I verbi che usano regolarmente l’indicativo possono tuttavia ricorrere al congiuntivo in alcuni casi particolari:
– per evidenziare l’aspetto volitivo, esortativo (la proposizione oggettiva si avvicina in questo caso a una proposizione finale) Mi disse che ci sbrigassimo – per sottolineare l’incertezza, l’eventualità dell’azione (soprattutto se il soggetto della reggente è indeterminato) Si dice che il treno venga da Roma – se la reggente è di significato negativo Non dico che Chiara abbia torto – se la reggente è un'interrogativa retorica Chi ci garantisce che lui abbia ragione? – quando la proposizione oggettiva è anteposta alla reggente Che qua il mare fosse pulito, te l’ho sempre detto
Un’oggettiva può essere costruita anche con il condizionale:
– nell'apodosi di un periodo ipotetico Credo che ti saresti trovato bene se fossi venuto a trovarci – per esprimere il futuro nel passato Non pensavo che avresti risposto [caso simile visto sopra] – in tutti i casi nei quali si userebbe il condizionale in una frase enunciativa Ritengo che dovresti intervenire
Con verbi che indicano un giudizio, un pensiero (dichiarare, credere, ritenere, proclamare ecc.), si può omettere l’ausiliare e usare soltanto il participio passato concordato con il soggetto della proposizione oggettiva:
Dichiaro chiusa la votazione (= dichiaro che la votazione è chiusa) Ritengo venuta l’ora delle conclusioni (= ritengo che sia venuta l’ora delle conclusioni)
Si tratta di un costrutto elegante, che alleggerisce molto il periodo.
Fonte: www.treccani.it/
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