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Doppiaggio italiano per il 95% delle volte
1. Le voci giapponesi, spesso, sono stridule, troppo infantili o stupide (specialmente quelle femminili) e, giuro, che sentire gli ultra suoni ogni volta che aprono bocca mi viene il male dentro;
2. I giapponesi tendono ad essere molto più abitudinari e, conoscendo il giapponese quindi cogliendo anche le sfumature, posso assicurare che seguono più o meno sempre lo stesso schema di doppiaggio, alla faccia della creatività e dell'immedesimazione nel personaggio;
3. I doppiatori italiani sono i migliori al mondo e non lo dico perché, nel mio cuore, avrei voluto intraprendere tale carriera lavorativa, ma perché la critica estera spesso e volentieri si congratula con l'eccellente lavoro svolto dai professionisti del Bel Paese;
4. Mettiamo in chiaro una cosa: l'adattamento dei dialoghi non è opera del doppiatore, ma, appunto, di chi si fa carico di tale responsabilità. Il direttore del doppiaggio, ossia colui che sta "dietro le quinte" a monitorare il lavoro del o dei doppiatori (dipende se si doppia in colonna separata o meno), può apportare delle lievi modifiche (dettate specialmente dalla sincronizzazione labiale e/o dalle tempistiche di dialogo), tuttavia non ha la possibilità, salvo diversa direttiva o concessione, di stravolgere i dialoghi. Quindi se ci sono degli strafalcioni a livello di adattamento, non è per causa dei doppiatori, ma per un lavoro precedentemente iniziato ed approvato, quale la traduzione dei dialoghi (in Italia, purtroppo, si acquista l'anime doppiato in inglese dall'America) e la successiva manovra di adattamento dialoghi. Altra questione molto importante: in Giappone PRIMA si doppia e POI si disegna; anche in America con prodotti loro fanno così. Noi, ovviamente, doppiamo su un'opera già ampiamente adattata (prima in giapponese e poi in inglese); i dialoghi che i doppiatori ascoltano in sala sono in lingua giapponese, mentre i dialoghi che vengono tradotti, adattati e poi messi a disposizione in sala sono tratti dall'inglese;
5. Noi italiani, a differenza degli altri Paesi, diamo molta importanza, seppur si tratti di un anime o cartone americano, alla gestualità, all'espressività e al comportamento generale del personaggio. I giapponesi, fortunatamente, doppiano spesso con il nostro stesso "spirito", tuttavia al di fuori di Italia e Giappone queste "piccolezze" non vengono prese sempre sul serio, con l'inevitabile risultato che il prodotto risulta scadente o mediocre;
6. Il 5% rimanente che mi fa preferire il doppiaggio originale rispetto a quello nostrano è semplicemente dettato dal fatto che piattaforme colossali, quali Netflix e Amazon Prime non lasciano abbastanza tempo ai nostri professionisti di lavorare. Dati i tempi strettissimi e, purtroppo, le condizioni lavorative che vedono i doppiatori esser pagati a livelli di schiavitù, i professionisti che hanno molti anni di esperienza (e, di conseguenza, potrebbero dare una maggiore qualità al prodotto) si rifiutano di lavorare in tali condizioni, di conseguenza chi accetta l'incarico di doppiare, spesso, è ancora alle prime armi e non del tutto formato, quindi non pienamente all'altezza. Risultato? Tempi strettissimi + persone inesperte = prodotto mediocre, con voci mal piazzate ed espressività praticamente nulla.
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